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Leaf Foundation, continua il cammino verso la promozione di processi di produzione più sostenibili ed etici nel settore Lusso

Una svolta green non è più rimandabile: lo chiede l’Europa e lo chiedono i consumatori che

terranno sempre più in considerazione elementi come la responsabilità etica, la

sostenibilità e le politiche di equità delle aziende, i cui valori si riflettono sui prodotti che vendono.

 

Ne parliamo con Luca Cartocci, Presidente di Leaf.

 

Quali valori e obiettivi rappresenta Leaf Hardware?

 

«L’obiettivo della certificazione è di aiutare la filiera della moda ad allinearsi alle richieste del Green Deal europeo e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. Le aziende non possono più basare la propria filosofia aziendale solo sul profitto, devono orientarsi verso scelte etiche e responsabili, è indispensabile per il pianeta, ma anche per i consumatori per i quali la sostenibilità sta diventando sempre di più un valore aggiunto».

 

La certificazione è stata presentata al Parlamento Europeo. Come è stata accolta?

 

«Abbiamo avuto l’opportunità di presentare i frutti del nostro monitoraggio e la certificazione Leaf Hardware ad una platea che condivide il nostro stesso obiettivo. Le aziende del settore metallo di lusso che richiedono lo standard Leaf Hardware possono certificare la loro sostenibilità di produzione senza rischiare fenomeni di greenwashing che la stessa UE è impegnata a contrastare. Pensiamo alla direttiva cd. Green Claims che fissa norme comuni che le imprese dovranno rispettare per garantire la veridicità delle proprie asserzioni ambientali». 

 

InfluenceMap, analizzando 300 aziende della classifica Forbes 2.000, ha valutato che il 58% delle aziende è proprio a rischio greenwashing

 

«Nonostante la volontà dell’azienda di garantire una produzione etica e sostenibile, il cambiamento è spesso ostacolato dalla mancanza di dati oggettivi e da standard misurabili. Secondo un rapporto di Terra Choice, soltanto meno dell'1% dei casi di greenwashing sono causati dalla deliberata volontà di mentire: nella maggior parte dei casi le aziende rilasciano dichiarazioni non trasparenti a causa di assenza di dati. Per questo credo che l’unica soluzione sia affidarsi a standard chiari e comprensibili, tracciabili e trasparenti». 

 

 

Secondo il rapporto Ipsos e UNGC, tra i maggiori problemi che le imprese incontrano nel cammino verso una gestione più sostenibile, ci sono gli investimenti economici (34%) e la burocrazia (27%)

 

«È indubbio che essere sostenibili oltre ad essere complesso richiede un investimento economico. Ma non dobbiamo pensarlo come un investimento a perdere, piuttosto come la strada per salvaguardare l’unicità del Made in Italy. Un’azienda che opta per una produzione sostenibile è attrattiva sia per gli stakeholder, che per gli investitori». 

 

Per il futuro qual è l’obiettivo di LEAF?

 

«L’obiettivo di Fondazione Leaf è accompagnare le aziende verso processi di produzione più sostenibili ed etici. Con i nostri standard, basati su dati reali e misurabili e sulle reali caratteristiche della filiera, possiamo supportare le aziende nel processo di transizione ecologica. In questo modo, possiamo raggiungere due obiettivi: il primo è evitare alle aziende cause e contenziosi per greenwashing, l’altro è garantire al cliente che ciò che acquista è effettivamente realizzato in modo etico e responsabile». 

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