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Blister in carta: il nuovo progetto di G&CO
Obiettivo sostenibilità. È quello che in questo momento storico il mondo dell’industria del fashion aspira a raggiungere maggiormente. Un traguardo che si può raggiungere solo se ogni ingranaggio del meccanismo si muove nella stessa direzione, alimentato dalla tensione al costante miglioramento. È quello che si propone di fare anche G&CO, azienda di Chiuduno (BG) che si occupa della produzione di blister termoformati per la movimentazione interna di minuterie e accessori, oltre che come soluzione di packaging. La sensibilità verso le crescenti esigenze ambientali si è tradotta nella scelta di eliminare l’uso materie prime altamente inquinanti, puntando invece su quelle riciclate post consumer, riciclabili, biodegradabili e compostabili.
Alla costante ricerca di supporti sempre più ecosostenibili, G&CO sta lavorando per inserire nella propria produzione un materiale base carta che possa sostituire del tutto la plastica, senza alcuna variazione sostanziale dal punto di vista estetico, ma con un plus in termini di valore del prodotto e aziendale. Un percorso già avviato, che si trova a fare i conti con alcuni paletti logistici, ad esempio trovare un’azienda capace di trasformare i granuli di materiale in bobina con costi ragionevoli. Questa resta comunque la missione attuale che l’azienda conta di riuscire a concludere nell’arco di pochi mesi, con la consapevolezza che la carta rappresenta il futuro nel proprio settore di riferimento, quello della moda.
La strada ‘green’ intrapresa da G&CO è iniziata con la scelta di realizzare i propri prodotti utilizzando plastica interamente riciclata e riciclabile, derivata dal processo di riciclo civile delle bottiglie in Pet. Si tratta di materiale certificato, che viene inserito in un sistema circolare: i rifiuti, opportunamente selezionati, puliti e trasformati vengono poi termoforati; una volta utilizzati, il processo può ricominciare. Un ulteriore passo sarebbe quello di usare la plastica recuperata dai mari: un circolo ancora più virtuoso (anche se al momento molto costoso), dato che una quota parte del costo materiale dovrebbe servire a rifinanziare la raccolta.