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Lebiu, il materiale vegan ha radici in Sardegna
Dalla Sardegna, terra del sughero, arriva un’alternativa alla pelle naturale, al suede e all’effetto bio-denim. Si chiama Lebiu, leggerezza in sardo, per fissare anche nel nome le caratteristiche fisiche del sughero e la capacità dell’azienda di trasformare scarti dell’agroindustria in materiali pregiati minimizzando gli “heavy process” della produzione.
Scopriamolo insieme a Bettina Grampa, nella rubrica Chi ri-cerca Trova:
Lebiu, startup nata da un’idea di Fabio Molinas, nasce infatti con l’obbiettivo di realizzare materiali capaci di ridurre l’impronta ecologica di materie prime, processi produttivi e logistica. Un bersaglio centrato puntando sull’upcycling di scarti dell’industria sugheriera per generare tessuti carbon neutral.
La svolta arriva nel 2019 quando la Commissione Europea seleziona il progetto per un programma di incentivi destinato alle industrie creative impegnate nel ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. Nello stesso anno, Alessandro Sestini si unisce a Fabio Molinas come socio fondatore e CEO.
Dalla ricerca di Lebiu sono nate due soluzioni che possono essere integrate nell’industria del fashion. La prima è Corkskin, un materiale realizzato con particelle di sughero e polimeri Plant-based che mantiene l’aspetto estetico della pelle. La struttura interna, composta da fibre naturali o sintetiche riciclate, polimeri plant-based e particelle di sughero, conferisce al materiale resistenza all’abrasione e al taglio.
Nanocork è invece un finissaggio a base di pigmenti naturali estratti da radici e piante che può essere applicato direttamente sui capi, utilizzando una minima quantità di acqua e prodotti chimici. Un’alternativa sostenibile per dare una seconda vita ai capi d’abbigliamento, recuperando quelli danneggiati durante il processo produttivo di tintura.