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Cos’è il boro-repair, la tecnica usata da Vuitton per la collezione uomo
Credit: Louis Vuitton
Pharrell, che nel suo incarico da direttore creativo della linea uomo di Louis Vuitton, abbia uno stile che può non piacere a tutti è sicuramente vero. Ma che la sua attenzione ai dettagli e la sua ricerca continua nell’esaltare al massimo l’artigianato e il savoir faire della maison sia qualcosa di incredibile è sotto gli occhi di tutti, ed è sempre fonte di ispirazione.
Lo ha confermato anche con l’ultima collezione, l’Autunno Inverno 2025, fatta in collaborazione con l’amico storico Nigo, con cui ha disegnato capi e accessori che fanno riferimento al comune background e trovano ispirazione delle radici dell’uno e dell’altro. Ed è esattamente dal Giappone che arriva una delle tecniche che saltano più all’occhio sia nei capi che negli accessori: quella del boro-repair, ovvero una lavorazione patchwork che consiste nel riparare tessuti danneggiati usando altri tessuti come toppa, ed esaltando le cuciture che li tengono insieme.
Normalmente questa tecnica viene usata per i capi in denim, e così fanno anche Nigo e Pharrell, mixando varie tele denim che usano per delle varianti molto street di alcune delle borse più classiche come la Nil, rifinita con dettagli in pelle blu.
Ma Pharrell fa un passo oltre, ed è qui che il boro-repair diventa lusso, trasformandosi in un intricato pattern di pelli e delle classiche tele monogram e damier che viene usato per bomber e per borse più iconiche, come la Speedy o la Neverfull, dove le cuciture tra un frammento e l’altro vengono messe in rilievo anche grazie alle diverse sfumature di colore.