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La vera pelle può essere sostenibile ?
Una fotografia dell’industria conciaria in Italia
L’industria della pelle in Italia è uno dei pilastri del sistema moda italiano. Secondo i dati annuali UNIC – Concerie Italiane, sono circa 1180 le aziende che operano nel settore conciario in Italia per un totale di oltre 17500 addetti. Qui si concia il 65% della produzione europea e il 23% del prodotto a livello mondiale, numeri quindi molto significativi. Ma quali sono le conseguenze ecologiche di queste performance? L’Unione Nazionale Italiana Conciatori nel 2020 ha stilato un report accurato sull’impatto ambientale della concia in Italia che mette in luce come i distretti produttivi abbiano fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni da un punto di vista di sostenibilità della lavorazione, nonostante le difficoltà e le sfide da affrontare per raggiungere l’obiettivo: «I distretti conciari italiani – ha dichiarato ancora il Presidente di UNIC Fabrizio Nuti – sono stati un luogo strategico per lo sviluppo delle politiche ambientali: abbiamo innovato prodotti e processi, risparmio idrico e di energia, di materie prime, riduzione di scarti e rifiuti e loro riciclo». Le concerie italiane ed europee già da tempo devono rispettare rigide regolamentazioni sulla tutela dei lavoratori e dell’ambiente. Un esempio è lo standard UNI EN 16484:2015 “Cuoio – Requisiti per la determinazione dell’origine della produzione del cuoio” che prevede che la denominazione “Made in …” possa essere assegnata solo se le due ultime fasi di concia sono state eseguite nel medesimo paese. Questo garantisce che i pellami contrassegnati “Made in Italy” abbiano rispettato lo standard delle normative europee, con maggiori garanzie per i lavoratori e i consumatori. Un altro aspetto di tutela è lo standard UNI 11427 stabilisce requisiti minimi di processo e di prodotto (calcolati per unità di misura della pelle prodotta) per poter definire la vera pelle ecologica, ovvero una pelle prodotta con basso impatto ambientale, e poter quindi utilizzare tale termine. I prodotti conformi allo standard, previa certificazione delle pelli da parte di ICEC (Istituto di certificazione della qualità per l’industria conciaria), possono usare il logo “pelle ecologica”, rilasciato da UNIC: un ulteriore efficace metodo per informare il consumatore e garantire la trasparenza.
Concia vegetale, concia metal-free
Oltre al sistema della concia tradizionale, c’è anche la concia al vegetale, garantita dal “Consorzio Vera Pelle Conciata al Vegetale” di base in Toscana. La pelle viene trattata con tannini naturali e una volta esaurito il suo ciclo di vita, il capo in pelle al vegetale può essere smaltito con facilità, proprio grazie alle sue caratteristiche chimico-biologiche. Il Consorzio ha stilato un Manifesto di sostenibilità che si basa su un processo di lavorazione metal-free, controllato secondo un Disciplinare condiviso dai consorziati con al centro i principi di etica del lavoro, responsabilità sociale ed economia circolare dove vengono recuperate le sostanze utilizzate durante la lavorazione delle pelli per essere riciclate in altri processi produttivi.
Cosa si intende per concia metal-free?
Oggi questo è uno dei temi più ricorrenti nella comunicazione della filiera conciaria. La richiesta di articoli metal-free non sempre è stata accompagnata da una precisa definizione di cosa si intendesse, quali i metalli coinvolti e quali i limiti richiesti. Fra i numerosi capitolati/MRSL che ne prevedono limiti, ZDHC nella sua versione 2.0 fa ormai da riferimento per il settore. La Norma Europea UNI EN 15987 riporta la seguente definizione: Cuoio (metal free) – Pelle animale convertita in cuoio, in cui il contenuto totale di tutti i metalli concianti (Cr,Al,Ti,Zr,Fe) nel cuoio è minore o uguale allo 0,1% (massa della somma di tutti i metalli/peso secco totale del cuoio). Nel corso degli anni, sono state affinate le conoscenze tecnologiche sulle potenzialità dei concianti andando a valutare le caratteristiche chimico fisiche che questi riescono ad impartire alla pelle, rimarcando le potenzialità e le criticità per ottenere articoli in pelle versatili e adatti a più utilizzazioni possibili.