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Martens da Margiela è una news positiva per la filiera della pelle?

Credit: Y/PROJECT

 

Cosa significa per la filiera della pelle avere un direttore creativo come Glenn Martens da Maison Margiela? Ce lo siamo chiesti dopo la nomina del designer belga, chiamato a sostituire John Galliano alla guida del brand che fa parte del gruppo OTB di cui fa parte anche Diesel, di cui è già direttore creativo.

 

La risposta sta nelle collezioni: oltre al marchio fondato da Renzo Rosso, dove chiaramente il denim è il protagonista e la sperimentazione è concentrata maggiormente su questo materiale (anche se non mancano incursioni nel mondo della pelle, specialmente nel mondo maschile), Martens è stato direttore creativo di Y/Project fino allo scorso settembre, dove per ben 13 anni ha avuto terreno libero per giocare con tessuti e lavorazioni.

 

Fin dalle primissime collezioni, la pelle è stata uno dei materiali con cui il designer ha potuto osare di più sia per esacerbare la sensualità dei suoi capi (come i chaps rubati al mondo dei cowboy e indossati con gli hot pants abbinati), sia per spingere l’acceleratore sugli elementi chiave del suo stile. Che ha nella sovrabbondanza di tessuto uno dei punti cardine, come negli stivali diventati must have del brand, alti fino a metà coscia ed enormi, con il pellame morbido che forma grandi pieghe sulla gamba.

 

Grande e disordinato potrebbero essere due keyword per descrivere lo stile di Martens, che anche quando adotta lavorazioni tradizionali come l’intrecciato lo fa costruendo gabbie oversize con dei pattern che sembrano quasi casuali, fatti da chi si approccia per la prima volta a questa tecnica.

 

L’occhio di un bambino su un mestiere da adulto: forse è questo il segreto dello stilista belga. Uno sguardo pulito e innovativo che sicuramente non tradisce lo spirito del fondatore Martin Margiela, ma anzi, lo porta avanti in modo quasi naturale.

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