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Il lusso vola, 2023 da record per Lvmh e Richemont. Ma la filiera?

 

 

 

Il lusso sembra non conoscere crisi. Due delle maggiori holding di settore, Lvmh e Richemont, sono uscite dall’anno appena concluso a testa alta, con ricavi in positivo e performance che non hanno risentito dell’incertezza del quadro macroeconomico e geopolitico, nonostante qualche frenata nel corso del 2023 ci sia effettivamente stata. Tuttavia, affacciandosi dietro le quinte, il mondo sembra viaggiare a una velocità diversa: secondo le analisi più recenti la filiera del lusso, in particolare quella della pelle, dopo l’exploit del 2022 e di inizio anno, prosegue con il freno a mano tirato, tra ordini in calo e aumento delle richieste di cassa integrazione. 

 

I dati più recenti sono quelli del gruppo Lvmh: il colosso francese nel 2023 ha registrato un nuovo anno record, con una crescita del fatturato del 9% rispetto al 2022 (+13% quella organica), pari a 86,2 miliardi di euro, e un utile netto di 15,2 miliardi, in crescita dell'8%. Sui risultati hanno inciso positivamente le performance del gruppo aziendale Fashion & Leather Goods che ha raggiunto livelli record di ricavi e profitti, con una crescita organica del fatturato del 14%. Molto hanno inciso le prestazioni di Louis Vuitton, Christian Dior, Celine, Loro Piana, Loewe, Rimowa e Marc Jacobs.

 

Numeri positivi anche per il Gruppo Richemont, che ha concluso il 2023 con fatturato in crescita dell’8% a cambi costanti e del 4% a cambi effettivi a 5,6 miliardi di euro. Crescita in quasi tutte le regioni, trainata principalmente da Giappone, Asia, Pacifico e Americhe. In questo caso, la performance è guidata dal retail, in crescita rispettivamente dell’11% e del 6% a cambi costanti e effettivi, con incrementi in tutte le aree di business. Brillano le Maison di gioielleria del gruppo - Buccellati, Cartier e Van Cleef & Arpels - con +12% a tassi di cambio costanti e +6% effettivi.

 

A monte però l’andamento è diverso, come dimostrano i dati della provincia di Firenze, fulcro della produzione di lusso del settore pelletteria. Secondo la Cna Firenze Metropolitana gli ordini sono in calo e la cassa integrazione nel 2023 è quasi raddoppiata, passando, da gennaio a novembre, da 32 aziende, 351 lavoratori e un importo di 124.418 euro a, rispettivamente, 60, 642 e 236.577. E non sono attesi miglioramenti. Ma i problemi sono legati anche alla difficoltà delle imprese di adeguarsi agli standard delle griffe, procedure che richiedono tempo e personale apposito con costi difficili da sostenere per le aziende più piccole. E allora cosa sta succedendo?

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