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Agatatura, suminagashi, cuoietto e gli altri…

 

 

Abilità antiche, tecniche rare, lavorazioni tradizionali che affondano le proprie radici in un passato in cui la manualità era tutto e che resistono ancora oggi per la loro bellezza. Poteva la moda, regno della bellezza, essere immune al fascino di queste arti? Ovviamente no: e infatti l’attenzione dei grandi brand verso la continua innovazione lascia ancora spazio a piccole perle di tradizione.

 

Tra le lavorazioni di nicchia della pelletteria c’è la tecnica del “cuoietto fiorentino”, dalla storia lunghissima. Questo metodo non prevede cuciture: ogni borsa o accessorio viene creato tagliando e poi montando i pezzi di cuoio bagnato su forme di legno; una volta presa la forma, i pezzi vengono incollati.

 

In questo ambito di rara preziosità si colloca anche l’agatatura delle pelli di coccodrillo, che sono rimasti in pochissimi a fare: la pelle viene fatta scorrere in un macchinario dotato di un cilindro di agata che, passando sulla superficie della pelle la lucida fino a renderla brillante (e bellissima). A riprova che lusso e alta moda sono, prima di tutto, artigianalità.

 

Un vero gioiello è la tecnica giapponese suminagashi (letteralmente, “inchiostro fluttuante”), nata più di 1.000 anni fa e portata in passerella da Dries Van Noten durante l’ultima Parigi Fashion Week per la SS25, ma già vista nel 2021 con Issey Miyake. Si tratta di un'antica tecnica di pittura che consiste nel toccare con il pennello intriso d’inchiostro la superficie dell’acqua creando disegni ‘galleggianti’, spesso cerchi concentrici di colore. Una volta ultimato il disegno la carta o il tessuto vengono fatti aderire all’inchiostro, trasferendo così il disegno sulla superficie. L’effetto è quello di un motivo marmorizzato, sempre diverso e imprevedibile.

 

 

Tornando in Italia, negli anni scorsi, Fendi ha voluto celebrare gli antichi mestieri del Belpaese con il progetto “Hand in hand”, che ha visto declinare l’iconica Baguette disegnata nel 1997 da Silvia Venturini Fendi, attraverso 20 lavorazioni tradizionali, una per ogni regione. Tra queste anche il prezioso velluto soprarizzo, realizzato a mano su telai settecenteschi dalla Tessitura Luigi Bevilacqua, nata nel 1875. In seta e cotone, combina velluto tagliato e velluto riccio e richiede una lavorazione molto complessa: la produzione è di soli 30 cm al giorno.

 

Tra le tecniche sofisticate e storiche, ecco la broderie Lunéville, un tipo di ricamo molto antico (il nome deriva dall’omonima città della Lorena), che si lavora sul rovescio di tessuti, di solito leggerissimi come il velo o l’organza, e con un uncinetto molto sottile, il Kantan, con il quale si realizzano delle catenelle che possono essere utilizzate come supporto per l’applicazione di perline e paillettes. L’arte di questa lavorazione viene conservata nello studio di ricamo parigino Lesage che fa parte delle Maisons d’arts acquisite da Chanel. Un ricamificio antichissimo, fondato nel 1858 e custode di 75mila campioni di ricami.

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