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Crisi pelletteria: i numeri e la parola agli imprenditori

 

 

Crisi, calo di fatturato, cassa integrazione. Negli ultimi mesi sono parole ricorrenti che accompagnano le indagini sul settore pelletteria. Secondo il recente report del Centro Studi di Confindustria Moda per Assopellettieri, nel primo trimestre 2024 hanno registrato un calo a doppia cifra sia l’export (-11,8%) sia il fatturato (-12%). La contrazione del fatturato tocca la metà delle aziende intervistate; un quarto ha subito un calo superiore al 20%. Anche il numero delle ore di cassa integrazione è significativo: tra gennaio e aprile 2024 ne sono state autorizzate 11,3 milioni, il 155,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. È il valore più alto degli ultimi 15 anni, con un +305,5% rispetto a gennaio-aprile 2019.

 

Se le previsioni per il secondo trimestre stimano una contrazione del fatturato del 6,8%, associazioni di categoria e istituzioni corrono ai ripari. Dalle interrogazioni parlamentari sulla necessità di attivare iniziative a sostegno della pelletteria di lusso, alla richiesta di interventi urgenti per evitare il tracollo del settore da parte di Confartigianato e Cna Marche. Fino all’attivazione, in Toscana, di un tavolo ad hoc per il sostegno e il rilancio del settore moda. Sempre dalla Toscana è partita anche la richiesta al Governo per ammortizzatori sociali specifici e provvedimenti sul fronte del credito. Ma i tempi della politica saranno sufficientemente veloci? E quali sono, invece, secondo gli imprenditori, le strategie per risalire?

 

Quattro le strade da percorrere, secondo Andrea Calistri, titolare di Sapaf, con una lunga esperienza nell’associazionismo di categoria. «Tra le strategie che le imprese possono adottare – dice - c’è in primo luogo quella di ricercare lavoro anche di grande livello ma di minore cabotaggio, ristrutturando le capacità produttive sulla frammentazione della richiesta. Sui piccoli quantitativi il lavoro c’è, ma il cambio di direzione è difficile: in questi anni tutto si è strutturato su grandi numeri. Un’altra strada è sfruttare mercati meno noti, come Sud America e Nord Africa, o ancora ridisegnare un sistema produttivo più flessibile. Infine, un tema che mi sta a cuore: la formazione. Serve un sistema adeguato, che formi nuovi artigiani della pelletteria, ricreando il saper fare».

 

«In questi momenti di difficoltà economica e mondiale stiamo cercando di ampliare la nostra clientela all’estero – è il commento di Martina Squarcini della Conceria Il Ponte -. Ci stiamo concentrando sui mercati asiatici e americani, partecipando a fiere di settore, ma anche promuovendo i nostri articoli sui canali social e sul sito web, con l’obiettivo di diffondere la cultura del nostro articolo, vegetale e certificato LWG Gold, che siamo in pochi a produrre e che credo abbia un bel futuro davanti. La fase che stiamo attraversando è molto simile a quella del Covid: auspico che il Governo promuova politiche sulla linea di quelli attuate in fase pandemica, a partire dalla sospensione dei finanziamenti che sarebbe cruciale per fronteggiare al meglio gli ultimi mesi dell’anno».

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