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Over-stock nel mondo della Moda: le strategie per ripensare gli attuali modelli produttivi

 

 

 

Le private sales e gli outlet non possono essere la soluzione al fenomeno dell’over-stock, è necessario ripensare, in parte, i modelli produttivi.

 

Qualche dato sullo stallo del sistema Moda

 

La stagnante situazione economica del primo trimestre 2024 non aiuta a gestire il già complicato problema dell’over-stock delle aziende. Sono calati marcatamente sia l’export (-11,8%, 356 milioni in meno rispetto al 2023,) che il fatturato (-12%); la produzione industriale registra un - 18,1% e le ore di CIG salgono a 11,3 milioni. Questi i dati diffusi dal Centro Studi Confindustria Moda-Assopellettieri. Secondo Business of fashion l'insieme dei prodotti invenduti di grandi aziende come Kering ed Lvmh è più che raddoppiato dal 2014 al 2023, raggiungendo l'allarmante cifra di 4,7 miliardi di euro.

 

Ridurre l’eccesso di scorte nella fashion chain con l’intelligenza artificiale

 

«Fare previsioni attraverso l’AI è l’unico modo per ridurre gli sprechi, le scorte di magazzino e migliorare la supply chain del sistema moda» - sostiene Emanuele Frontoni, professore di Informatica UNIMC e Co-Director del VRAI Vision, Robotics & Artificial Intelligence Lab.

Il dato deve quindi essere al centro della rivoluzione produttiva del sistema moda: attraverso l’analisi dei dati si possono conoscere i gusti e le richieste dei clienti, scovare trend emergenti, capire cosa ha performato e cosa no per evitare di commettere gli stessi errori in futuro.

Attraverso l’AI, che consente di raccogliere e processare milioni di informazioni, gli imprenditori possono ottenere dei report dettagliati per fare delle previsioni mirate e scegliere consapevolmente che tipo di articoli produrre, allineandosi il più possibile al sentiment e alle richieste dei propri consumatori.

«L'altro aspetto da prendere in considerazione per iniziare a cambiare gli attuali paradigmi produttivi è l’eco-design con tutti i principi che si porta dietro: progettare e produrre prodotti facili da smontare e riciclare, ponendo l’attenzione su qualità e durabilità, non solo permette di allungare il ciclo di vita di un articolo, ma anche di, in alcuni casi merceologici, ri-assemblarlo donandogli una nuova vita. Luxottica, ad esempio, ha fatto una bella operazione, vendendo nel second market occhiali creati con le rimanenze di magazzino», spiega il professor Frontoni.

 

L’eccesso di scorte e l’impatto nella progettazione di nuove collezioni

 

«Anche il design e la progettazione delle nuove collezioni potrebbero avere un ruolo importante nel contenimento dell’over-stock, racconta Alberto Manzini Caselli, coordinatore del Master IED in Fashion Trend Forecasting e direttore responsabile di testate internazionali di moda. Gli scenari potrebbero essere i più diversi: in futuro i marchi potrebbero indirizzarsi verso produzioni su misura, su ordinazione o in tempo reale. Una strada potrebbe essere quella di creare capsule collection in edizione limitata che mantengono un senso di esclusività, limitando al tempo stesso l’eccesso di inventario. Con l’AI e i sistemi di design digitale 3D potremmo essere inoltre in grado di spedire un semplice file contenente tutte le istruzioni di produzione di un articolo, da un qualunque posto nel mondo a una fabbrica in Italia ad esempio, eliminando così i problemi di spedizione e di gestione delle scorte e consentendo al consumatore di acquistare un articolo di prossimità».

 

Il design modulare e il mercato del vintage

 

Tra gli scenari possibili, c’è anche l’intensificarsi del design modulare, ovvero la realizzazione di capi componibili e con pezzi intercambiabili, che danno la possibilità al cliente di creare più combinazioni di uno stesso articolo in base alle esigenze del momento. La modularità in campo moda consentirebbe di allungare il ciclo di vita del prodotto, di limitare il problema delle scorte e diminuire l’impatto ambientale.

 

Anche il vintage e il mercato di seconda mano, trend molto in voga in questo momento, possono fare la loro piccola parte per contrastare l’overstock: uno studio realizzato da Global data per Thredup stima che il settore dell’usato raggiungerà i 350 miliardi di dollari entro il 2027; ci sono capi, tutt’ora attuali, che hanno definito lo stile di un’epoca e che non tramonteranno mai.

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