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I trend Primavera/Estate 2025 by Première Vision Paris e le nuove sfide ambientali
Ms. Suter, partiamo dai colori: cosa aspettarsi dalla stagione P/E 2025?
«La tendenza vede in primo piano colori naturali. Le tonalità sono sbiancate e schiarite dalla sovraesposizione alla luce che da un effetto opalescente. Il colore di punta della stagione di questo trend è il “Milky Yellow”. Anche per i colori più tonici si punta a tonalità vivaci, ma molto misurate nella loro intensità che non soffocano le superfici naturali della pelle. Qui i colori di punta sono il “Turquoise Enzyme” e il “Coral Sirop”, evoluzioni sorprendenti rispettivamente dei blu e dei rossi.
Infine, immancabile i colori emblematici della pelle: “Orange Shot”, “Bordeaux (ombra fuxia)” e “Brown (zucchero grezzo)”. Nella stagione P/E 2025, questi colori sono particolarmente vivaci con tonalità lucide».
Qual è, invece, il tema che ha caratterizzato la nuova edizione di Première Vision Paris?
«Il filo conduttore di questa stagione è la mutazione. L’industria della pelle sta già cambiando, sollecitata dai grandi gruppi del Lusso e dalla società stessa che devono rispondere concretamente alle sfide ambientali. Il settore manifatturiero della pelle deve obbligatoriamente iniziare a pensare e lavorare in maniera organica. Tutti devono essere coinvolti anche quelli a monte della filiera.
Pensare al prodotto finito senza pensare a tutto il resto, oggi non è più possibile. Perciò durante la fiera abbiamo presentato il progetto “360° Leather: from Farm to Tech”. Qui abbiamo deciso di integrare gradualmente nel nostro approccio alla materia i temi e le soluzioni che daranno forma all'industria della pelle di domani: le nuove tecnologie, l'agricoltura e gli allevamenti, le soluzioni per un consumo più intelligente di risorse che permetteranno di ridurre l’impatto ambientale senza perdere la qualità delle prestazioni».
Le concerie a che punto sono con questo percorso di cambiamento?
«I nostri conciatori hanno anticipato già da anni alcune tematiche di sostenibilità ambientale. Pensiamo alle conce chrome e nichel – free, oppure alla concia vegetale, il tutto pensato per una lavorazione circolare e rinnovabile. Inoltre, molti progressi significativi sono stati compiuti per soddisfare i criteri di certificazione LWG. Senza tralasciare le buone pratiche nella gestione delle risorse per un miglior risparmio energetico e una riduzione dell'impronta di carbonio, l’utilizzo di energie rinnovabili e una migliore gestione dell'acqua. La strada è quella giusta perché da ora in poi, i conciatori e i loro partner dovranno affrontare nuove sfide che vanno ben oltre le questioni tecniche, che hanno sempre affrontato grazie alla loro formidabile capacità di inventare e di adattarsi».
Uno dei temi più caldi del settore è anche la tracciabilità totale del prodotto a partire dall’animale...
«Si tratta sicuramente una delle sfide più importanti. La tracciabilità della pelle deve iniziare dall'allevamento stesso. Ciò è possibile grazie ai nuovi strumenti di tracciamento fisico e/o digitale, alle tecnologie di marcatura delle pelli e ai circuiti certificati per pelli grezze o semilavorate. Si sono quindi alzate le aspettative per l'approvvigionamento di pellami dove si certificano, proprio a partire dall'azienda agricola, le buone pratiche sociali, ambientali e di benessere dell’animale».