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Ecco la prima AI Fashion Week, cosa pensarne?
In Italia, il Garante ha sospeso da qualche settimana l’ormai celebre chatbot “ChatGPT” in nome della privacy degli utenti. Nel resto del mondo, invece, si cercano modi sempre più creativi per sfruttare le tecnologie generative ed applicarle alla quotidianità per migliorare le nostre vite. In pieno fermento da eventi off e on del Salone del Mobile, infatti ha irrotto la notizia che in questi giorni (20 – 21 aprile), a New York presso lo Spring Studio di Manhattan, ha preso il via la prima AI Fashion Week, a.k.a. la “settimana della moda” dell’Intelligenza Artificiale.
Ma bisogna davvero avere paura dell’AI? I circa 350 creator che hanno sottoposto i propri progetti all’AI Fashion Week sicuramente non ne hanno. Del resto l’occasione è ghiotta: si tratta di un evento gratuito organizzato dal Revolver Group, uno dei player più importanti del momento per lo shopping di moda online rivolto a millennials e Gen Z.
Ma come funziona questa competizione? Nel pieno spirito della sua natura non ci sarà nessuna sfilata reale di modelle e modelli sulle passerelle newyorkesi, ma tanti megascreen digitali sui quali i partecipanti devono proiettare da un minimo di quindici a un massimo di trenta outfit a testa. Un survey online ha il compito, invece, di decretare i dieci finalisti da cui la supergiuria, che presenta membri di top brand come Celine, Adidas e il magazine Vogue, deve pescare le tre collezioni vincitrici che verranno finanziate, prodotte e poi commercializzate sul mercato.
L’AI Fashion Week ha l’obiettivo di scoprire i nuovi talenti che operano nella moda con l’intelligenza artificiale, un risvolto più che mai attuale che investe già il nostro presente più che il nostro futuro. Infatti, l’intelligenza artificiale associata alla moda ha la facoltà di eseguire velocemente un’analisi del sentiment dei consumatori. Ciò è possibile grazie all’aggregazione di dati raccolti, per esempio, dai video di Tik Tok e dai Reels di Instagram che dà una forma concreta alle tendenze più attuali di un mondo della moda sempre più fluido, veloce e flessibile. I brand dell’Alta Moda hanno drizzato le antenne su questa prima AI Fashion Week per intercettare i creator più interessanti ed assicurarsi i clienti più giovani e smart del mercato.
Quindi, a questo punto, non resta che riformulare la domanda: bisogna avere davvero paura dell’AI? In qualità di tecnologia evolutiva per definizione, ancora i bug sono tanti ma sono destinati a scomparire presto. L’emozione della bellezza creativa umana può essere sostituita da un robot pensante? Probabilmente no, ma da ora in poi il dibattito dominerà costantemente le nostre vite.
Del resto, chi legge può affermare con certezza che questo articolo sia stato scritto da un giornalista in carne ed ossa? Se vi riesce, chiedete a ChatGPT.