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Marcom Import Export: «La sostenibilità non esiste senza tracciabilità di prodotto»
«Al di là delle direttive, le aziende dovranno affrontare il tema della tracciabilità di prodotto, anche solo per mettersi al riparo da eventuali problemi. Ma soprattutto perché senza di essa la sostenibilità non esiste». In attesa che il Parlamento Europeo dia il via libera alle normative sul tema, MARCOM IMPORT EXPORT, che dal 1997 produce su misura lamine in acciaio per il settore calzaturiero, si è messa avanti, consapevole che oltre la normativa è il mercato ad andare in quella direzione.
«Proponiamo sistemi di tracciabilità sia in modalità analogica che digitale – spiega Marco Marucci, titolare dell’azienda -. Da un lato abbiamo un’etichetta fisica che riporta la descrizione del prodotto, la partita e le quantità. Dall’altra, un codice di produzione digitale, leggibile attraverso QR code, che permette di tracciarne la storia dalla nascita alla consegna. L’obiettivo è identificare l’origine di un problema ma anche garantire l’aderenza ai principi di lavorazione sostenibile».
Rendere disponibili i dati di ogni partita però non basta: perché la tracciabilità sia funzionale deve avere una corrispondenza fisica. «La nostra azienda conserva nei propri magazzini un campione di ogni prodotto per tre anni – chiarisce Marucci -. Le partite sono a disposizione dei clienti, che possono verificarne sia la qualità sia i vari aspetti legati alla sostenibilità. Un’esigenza nata anche ai fini della normativa cinese GB/T 28011-2021 che riguarda i dati tecnici delle lamine per calzature».
Oggi, grazie al sistema Smart Shank, MARCOM IMPORT EXPORT è in grado di dotare ogni lamina prodotta di un chip a tecnologia RFID e NFC con due memorie: una immutabile che rappresenta la carta identità del prodotto, utile nel segmento B2B; l’altra registrabile con un codice scelto dal produttore che consente di identificare la calzatura all’interno dell’intera filiera fino al negozio, spendibile anche sul fronte B2C per “parlare” al consumatore finale. Un sistema utile anche in tema di anticontraffazione.
«Se un brand riceve una contestazione, farà partire un’indagine. Ma se lungo il percorso della filiera non ci sono sistemi di tracciabilità come capire in quale punto il problema ha avuto origine? La direzione va verso l’istituzione di una due diligence in cui il capo commessa dovrà agire sui vari sub fornitori: le aziende devono iniziare a prepararsi. Noi siamo già pronti e ci siamo strutturati per potere identificare i nostri prodotti sia sulla carta che fisicamente, anche a distanza di tempo».