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A che punto è la sostenibilità della filiera italiana dell’accessorio moda di metallo?
A questa domanda ha provato a rispondere il Consorzio Physis lo scorso 11 aprile a Firenze durante un meeting che ha chiamato all’appello soci, addetti ai lavori e istituzioni. I circa trenta player della filiera dell’accessorio moda di metallo che hanno già aderito al Consorzio Physis operano nella produzione, nei trattamenti galvanici, nella progettazione e produzione di impianti, nelle materie prime e nei prodotti chimici. Durante l’evento, il Consorzio ha presentato le proprie iniziative in tema di sostenibilità di filiera. «Da quando il consorzio è nato – sottolinea la direttrice tecnica del Consorzio Physis Ester Falletta – abbiamo già raccolto le istanze concrete delle varie facce della filiera, facendoci promotori di esigenze in continua evoluzione. Tra i primi lavori in corso, c’è uno studio internazionale sulle norme per l’approvvigionamento responsabile dei metalli preziosi e sulla definizione di ‘riciclato’». È infatti sempre più diffusa la pratica da parte delle aziende produttrici di accessori l’utilizzo di metalli di riciclo per diminuire l’impatto ambientale delle proprie lavorazioni.
Quando questa scelta non è possibile, la bussola è quella etica: la provenienza dei metalli deve provenire da siti (miniere) dove vengono rispettati i diritti dei lavoratori nonché da aree geografiche non soggette a deforestazione.
Questo approccio sostenibile introduce un ulteriore strumento, la cui promozione è un’altra parte fondamentale della mission di Physis: il passaporto digitale dell’accessorio di metallo visualizzabile tramite QR Code. Nello specifico il DDP (Digital Product Passport) è un dispositivo ideato dall’UE per rendere consapevoli e informati sia i consumatori finali che gli enti preposti al controllo sui prodotti che vengono acquistati e di tutte le sue componenti. Il Passaporto Digitale fornisce l’identità “liquida”, in questo caso dell’accessorio di metallo, con dettagli sull’impronta ecologica, le proprietà fisiche e chimiche, le possibilità di riciclo e così via. Si tratta di un passaggio obbligato a cui le aziende devono adeguarsi molto presto, visto che l’adozione del DDP è prevista al massimo entro il 2027. Si capisce che la filiera della moda è attesa da un lavoro immenso di raccolta dati e la sfida di enti come il Consorzio Physis è quella di aiutare il settore ad evolversi in modo omogeneo perché tutte le sue componenti restino competitive sul mercato. In quest’ottica sarà molto interessante vedere anche gli sviluppi della sinergia tra Physis e il programma internazionale ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals) rappresentato al meeting di Firenze da Elisa Gavazza che ha illustrato il programma ZDHC" Roadmap to Zero di ZDHC" e il progetto MRSL specifico per l’accessorio metallico. ZDHC nasce per volere soprattutto dei luxury brand per orientare le catene di valore della manifattura della moda verso l’uso di una chimica più sicura. I suoi obiettivi principali sono la sostituzione e/o eliminazione dove possibile delle sostanze chimiche pericolose dall’intera filiera produttiva; promozione di una chimica più sicura; puntare su formazione e cultura delle buone pratiche per migliorare la gestione delle sostanze chimiche a livello produttivo. Lo strumento principale di ZDHC è l’MSRL (Manufacturing Restricted Substances List), un elenco di sostanze chimiche proibite o che possono essere usate entro limiti molto ristretti a livello internazionale. La collaborazione di Physis con ZDHC mira a stilare un MRSL ad hoc per la catena di valore dell’accessorio di metallo, uno strumento che andrebbe a riempire un vuoto strategico per la produzione. Finora, infatti, la filiera si è orientata con un MSRL più generico che non copre tutte le esigenze di sostenibilità ambientale del settore.