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HIT-bag che dovresti conoscere
Ci sono borse che sono diventate vere e proprie icone di stile: esclusive, preziose ma soprattutto intramontabili e ricche di storia, vanno oltre ogni moda e stagionalità, sia nella loro versione più classica o rivisitata in chiave contemporanea, ma pur sempre fedele alla linea originaria e di conseguenza riconoscibile alla prima occhiata.
Iniziamo la nostra carrellata con la più famosa di tutte, la borsa conosciuta anche da chi non sa nulla di borse, la Birkin di Hermès, oggetto di culto, vista in film e serie tv nonché citata in svariate canzoni. canzoni. Ispirata a Jane Birkin, la quale in un incontro fortuito in aereo con Jean-Louis Dumas (all'epoca proprietario della casa di moda), aveva espresso il desiderio di una borsa capiente ma femminile (una weekender, come la chiameremmo oggi), è ancora oggi un mito che resiste al tempo e un vero e proprio status symbol, nonché detentrice del titolo di borsa più costosa di sempre.
Anche la Kelly (sempre a produzione Hermès) è entrata nell’immaginario collettivo, nonostante una origin story piuttosto modesta come borsa da equitazione maschile. Rilanciata come borsa da donna negli anni ’30, ottiene il suo nome quando negli anni ’50 Grace Kelly ne sfoggia una davanti ai paparazzi (si mormora per nascondere un inizio di gravidanza…). È una classica borsa a mano a modelleria rigida, la forma trapezoidale, le due inconfondibili cinghie che ammiccano alle origini selleria e le danno un tono di eleganza chic non leziosa, ideale per il giorno.
Continuando nella serie di borse iconiche dalla storia affascinante, non può mandare la 2.55 di Chanel, accessorio che si tramanda di generazione in generazione con le madri che le prestano alle (fortunate) figlie. Nata nel 1955, ha rivoluzionato per sempre il modo di portare la borsa. Coco Chanel sentiva infatti l’esigenza di liberare le mani delle donne dalla scomodità di portare solo borse a mano o pochette. Ispirata alle bandoliere militari, la Chanel 2.55 punta su una raffinata praticità grazie alla comoda catena da portare sulla spalla. E forse non tutti sanno che per decenni la chiusura della borsa montava un semplice girello e che è solo nel 1988 che viene sostituita da Karl Lagerfeld con la distintiva doppia C intrecciata.
Un altro celebre monogramma, che contende a Gucci e Chanel il primato dell’immediata riconoscibilità, è quello della Speedy di Louis Vuitton, ovvero il bauletto per antonomasia. Nato negli anni ‘30, è inizialmente concepito come versione ridotta della sacca Keepall con cui Louis Vuitton era sbarcato nel mondo della valigeria. Il successo globale è legato ad un altro mito del cinema, Audrey Hepburn, che se ne innamora perdutamente e nel 1965 richiede alla griffe una versione personalizzata, leggermente più piccola di quella in commercio. Nasce così il modello più ridotto, lo Speedy 25, ancora oggi richiestissimo. Disponibile oggi in cinque diverse misure, è realizzato con quello che all’epoca ha rappresentato un materiale rivoluzionario poiché pieghevole e impermeabile, ovvero il praticissimo canvas gommato…ovviamente con la famosa stampa del logo all over.
Tra le It-Bag più desiderate di sempre possiamo elencare anche la Jackie O di Gucci. La borsa nasce negli anni ‘50 con il nome di “Constance”, una tracolla morbida a sacco antesignana di quella che oggi chiamiamo “hobo bag”. Il suo segno distintivo è la chiusura a moschettone, detta anche a pistone. È solo nel 1961 che Gucci ribattezza questa borsa “Jackie” dopo essere diventata l'accessorio preferito (e stra-fotografato) dell’elegantissima Jacqueline Onassis, ex moglie del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy e sposa in seconde nozze dell’armatore greco Aristotele Onassis. Nel tempo, la Jackie è stata soggetta a vari restyling e proposta in una varietà di dimensioni e colori, fino a quella di Alessandro Michele, fautore della sua metamorfosi in chiave genderless.
La leggenda della Lady Dior, come la Kelly o la Birkin, è legata alla compianta Principessa Diana, che dopo averne ricevuta una in regalo nel 1995 dalla allora First lady di Francia Bernadette Chirac, ne ordinò una di ogni tipo, colore e materiale. Inizialmente denominata “Chouchou” (“preferita” in francese), fu prontamente ribattezzata Lady Dior in onore della principessa. È in pelle d’agnello, con preziosi charm lettering pendenti e soprattutto le inconfondibili impunture "Cannage", che creano un effetto sfaccettatura molto raffinata. Questa particolare texture è diventato l’emblema della Maison e la leggenda vuole che Christian Dior si ispirò ad una delle sue poltrone preferite per realizzarla.
Un’altra borsa che non ha bisogno di presentazioni e che festeggia quest’anno il venticinquesimo compleanno è la Baguette di Fendi, borsa a spalla di dimensioni contenute dalla tracolla corta così da essere posizionata sotto il braccio come il “filoncino” francese che le dà il nome. Oggetto del desiderio di Carrie Bradshaw in “Sex and the City” e, di conseguenza, di tutte le fashioniste dei primi anni 2000, la Baguette è stata disegnata da Silvia Venturini Fendi nel 1997 per essere funzionale e facile da portare, nonché perfetta per passare dal giorno alla sera. Tornata attualissima con il revival Y2K, è disponibile in tantissime varianti di materiale, colore e finitura, che rivisitano in chiave contemporanea il suo stile minimalista tardo anni ’90.