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Calzature, nel primo trimestre 2023 crescono in valore fatturato ed export

 

 

 

Il comparto calzaturiero italiano prosegue sulla strada della ripresa. Nel primo trimestre di quest’anno il fatturato è cresciuto del +13,6% rispetto all’analogo periodo del 2022, secondo i dati elaborati dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici. I dati arrivano a due mesi dalla partenza della 96ª edizione di Micam, il salone internazionale leader a livello mondiale per le calzature e punto di riferimento per gli operatori provenienti da tutto il mondo, che dal 17 al 20 settembre prossimi presenterà a Fiera Milano Rho le collezioni PE 24. «Dopo l’ennesimo record conseguito a consuntivo 2022 (12,65 miliardi di euro, +23% sul 2021), prosegue l’incremento dell’export, segnando +16,1% a valore» spiega Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici. Fatta eccezione per la Svizzera (-7,8%), tutte le prime 20 destinazioni internazionali delle calzature italiane mostrano aumenti in valore e quasi sempre a doppia cifra. 

 

«Diverso il discorso in termini di volume, dove rallenta in maniera consistente il Nord America (-19,4%) e frenano Germania (-8,8%), Regno Unito (-10,1%) e i flussi diretti in Svizzera (-24,8%), tradizionale hub logistico delle griffe del lusso – spiega Ceolini -. Rimbalzo in Russia e Ucraina, anche se va tenuto conto che nel marzo dello scorso anno, subito dopo l’avvio del conflitto, le vendite verso i due mercati erano crollate». Continua inoltre il recupero sul mercato interno con un +8,2% in spesa gli acquisti delle famiglie su gennaio-marzo 2022. 

 

Il dettaglio per tipologia merceologica vede il comparto delle calzature con tomaia in pelle – primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore – come l’unico a presentare nel primo trimestre incrementi dell’export sia in valore (+18,6%) che in volume (+1,4%). Per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni nei territori, si registrano forti crescite dell’export in alcune province, da ricondursi alla presenza di hub logistici, spesso legati alle vendite online, o di depositi delle multinazionali del lusso. 

 

Per effetto di questi movimenti, la Lombardia (+49,5%) ha superato la Toscana (-6%) nella graduatoria dell’export per regione, salendo al secondo posto dietro al Veneto (+12,6%). Con l’eccezione della Toscana e della Puglia (rimasta stabile), tutte le altre aree a vocazione calzaturiera presentano aumenti a due cifre; del +20,3% la crescita delle Marche (con intensità analoga per Fermo, +23,3%, e Macerata, +21,8%, e più moderata per Ascoli, +13,6%), grazie alla quale sono stati superati del 4% i livelli del primo trimestre 2019 pre-Covid.

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