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Istat: nel settore manifatturiero peggiorano i giudizi sugli ordini
Peggiora il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese. È quanto fotografa il report di Istat riferito a ottobre 2023: per i consumatori l’indice passa da 105,4 a 101,6; per le imprese l’indice composito del clima di fiducia cala da 104,9 a 103,9. La percezione dei consumatori è quella di un diffuso peggioramento sia sulla situazione personale che su quella economica generale. I quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti segnano infatti dinamiche negative: il clima economico e quello futuro registrano le flessioni più consistenti (il primo passa da 115,2 a 110,5 e il secondo da 113,2 a 107,7); il clima corrente cala da 100,2 a 97,4 mentre quello personale scende da 102,2 a 98,6.
Con riferimento alle imprese, anche nella manifattura e nei servizi si stima una riduzione dell’indice di fiducia. In controtendenza le costruzioni, unico settore in miglioramento (da 160,9 a 163,8). Più in dettaglio, l’indice scende nella manifattura da 96,4 a 96,0 rispetto al mese di settembre (era 100 lo scorso giugno); nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio il calo è più deciso con l’indice che passa, rispettivamente, da 100,5 a 98,1 e da 107,1 a 106. Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano i giudizi sugli ordini (-21,2 a ottobre contro -19,4 di settembre e -13,2 di luglio) mentre crescono le attese sulla produzione e le scorte sono giudicate in lieve decumulo.
Secondo le domande trimestrali sulla capacità produttiva rivolte alle imprese manifatturiere, nel terzo trimestre 2023 è diminuito il grado di utilizzo degli impianti. Considerato il periodo che va dal I trimestre 2018 in poi, la percentuale del grado, già in declino nel 2019, è crollata nel secondo trimestre 2020 in seguito all’emergenza sanitaria. Poi la progressiva ripresa, con livelli di utilizzo particolarmente elevati tra la seconda metà del 2021 e la prima metà del 2022: nel primo trimestre del 2022 l’indicatore è salito al 78,9%, valore che non veniva toccato dal quarto trimestre del 2000. Dalla seconda metà del 2022 si è assistito a un lenta discesa, culminata con un peggioramento più marcato nei trimestri centrali di quest’anno, quando il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 76,8% a luglio 2023 e al 75,9% a ottobre.