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La storia della chiusura gioiello delle borse Tiffany Ribbons
Credit: Tiffany & co
Quando si parla di chiusura o dettagli gioiello si intende spesso qualcosa che ricorda un pezzo di gioielleria, ma realizzato con materiali di bigiotteria. Non è così per le borse della collezione Ribbons di Tiffany, che riprendono un motivo classico della maison e hanno chiusure preziose, realizzate in oro 18 carati e diamanti, che si possono staccare e usare come delle spille.
Usato per la prima volta per il famoso collier Ribbon Rosette con diamante giallo indossato da Audrey Hepburn durante la promozione del film Colazione da Tiffany nel 1961, il motivo Ribbon è stato disegnato dall’artista Jean Schlumberger ispirandosi pare all’attività tessile della sua famiglia di origine. Un anno dopo il designer ne riprende il disegno per dar vita a una collezione di accessori in oro dedicati al necessaire della donna moderna, come portasigarette e porta trucchi.
È proprio quel portasigarette che viene ripreso oggi da Tiffany per la collezione Ribbons, composta da una borsa a spalla e una minaudière disponibili con una chiusura in 4 varianti: bicolore; smaltata; oro vermeil e oro 18k con diamanti, che presenta anche una fermatura in oro 24k che consente di chiudere la borsa anche mentre si indossa il bottone come gioiello
Per vermeil si intende l’argento ricoperto con uno spessore che varia da 2,5 a 5 micron d’oro, a differenza dell’oro placcato dove la placcatura ha uno spessore più sottile, quindi più soggetto a deterioramento.
La chiusura smaltata riprende invece la tecnica dello smalto paillonné, molto usata da Jean Schlumberger, una tecnica artistica del XIX secolo che richiede l’applicazione a caldo dello smalto traslucido su lamine d’oro.
«Penso che un gioiello abbia bisogno di significato: il suo stile deve essere razionale e comprensibile, i volumi equilibrati, i componenti devono creare una simmetria di dettagli che non deve essere necessariamente visibile ma deve essere percepita a livello emozionale». Jean Schlumberger