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AMC: «Nel settore accessori è scomparsa la fascia medio alta, ma contano ancora creatività e personalizzazione»

 

 

«Lavoriamo molto sulla personalizzazione, ci diamo da fare per reinventare il nostro prodotto tutti i giorni, anche se il settore soffre per la scomparsa di una fascia di prodotto medio alta». A spiegarlo, i responsabili di AMC, azienda reggiana nata nel 1990 che si occupa dello studio e realizzazione di accessori per la moda e la pelletteria. «Il settore – spiega Silvia Catellani, titolare dell’azienda – sta attraversano una crisi che è iniziata da almeno dieci anni, ma nonostante tutto la nostra azienda è sempre riuscita a restare al passo con le novità, aggiornandosi su quello che richiede mercato». Dal prototipo al prodotto finito, qui nascono bottoni, fibbie, spille, tirazip in metallo fatti a mano, spesso decorati con perle, strass, pietre.

 

Come riuscite a restare protagonisti sul mercato?

«Il nostro punto forte è essere multitasking: realizziamo un prodotto versatile che è possibile personalizzare, trasformandolo in un accessorio per il segmento del super lusso ma anche di fascia più bassa. Questo permette di interfacciarci con realtà molto diverse tra loro; l’importante è poter contare su persone esperte, collaboratori che grazie alla loro esperienza conoscono tutte le soluzioni per riuscire a dar vita a ciò che il cliente chiede».  

 

E cosa chiede il cliente? C’è un trend dominante?

«La nostra filosofia è quella di investire, innovare, trovare cose nuove da proporre, anche perché oggi non c’è una cosa che vada più di un’altra. Dieci anni fa probabilmente lo avrei saputo dire, ma oggi è cambiato tutto». 

 

Cos’è cambiato rispetto a dieci anni fa?

«La fascia medio alta, che era il nostro riferimento, non esiste più; quell’indotto è praticamente scomparso, sepolto da montagne di capi e accessori prodotti dai marchi fast fashion. Molti fanno lo stesso prodotto, con medesimo tessuto, taglio e prezzo di vendita. Non c’è più competizione; non è solo un tema di potere di acquisto, ma anche di mancanza di scelta. Nonostante questo, con molta attenzione all’innovazione e alla personalizzazione si possono trovare fette di mercato interessanti».

 

Come vi siete adeguati a questo cambiamento?

«Cercando di farci spazio e di rispondere a tutti. La forbice si è allargata, è stato necessario. Oggi le aziende capaci di servire solo il mondo del lusso si contano sulle dita di una mano, resta un mondo complicato ed elitario. Confido che le persone si stufino presto del fast fashion e che si torni a fare una moda ‘da innamorati’, non solo ai massimi livelli. Nel frattempo, continuiamo a offrire i nostri servizi a chi cerca ancora qualità e personalizzazione».

 

 

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