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Futuro della fashion industry: quali saranno le figure più richieste?

 

 

Competenze per traghettare le aziende verso un futuro sempre più green, skill digitali per soddisfare la tendenza “e-fashion” ma anche un’approfondita conoscenza di materiali tradizionali e innovativi. Sono queste le basi su cui poggerà la fashion industry del futuro. Almeno secondo lo studio condotto da Ferrari Fashion School, accademia di moda, lusso e design con sede a Milano. In base al report, entro il 2026 saranno assunti oltre 31 mila nuovi addetti all’anno (dati Excelsior Unioncamere per Confindustria moda). E alcune tra le professioni più ricercate saranno 3D Collection Designer, Raw Material Developer e Sustainability Strategist.

 

Una tendenza attestata anche da altre importanti realtà della formazione. «Confermo questo trend – afferma Benedetta Tosi dell’Istituto Marangoni di Firenze, scuola di moda con sede anche a Milano, Parigi, Londra e Shanghai –. Credo che si creeranno nuovi ruoli proprio in virtù dell’ampliamento dei dipartimenti dedicati a sviluppo 3D e sostenibilità: si andranno a rimodulare le competenze, con una conoscenza più tecnica dei materiali e più approfondita della filiera, ma anche con maggiore attenzione alle norme internazionali ed europee legate alla sostenibilità. I team creativi dei vari brand dovranno creare connessioni molto forti con nuove figure specializzate su aspetti tecnici e normativi».

 

Ma le aziende come vivono questo cambiamento? «Il tema del 3D, del digitale e dell’intelligenza artificiale, sono aspetti cardine del prossimo futuro – commenta Andrea Calistri, titolare di Sapaf, azienda fiorentina che da quasi 70 anni realizza borse per il segmento luxury -. Anche se le innovazioni sono sempre accompagnate da un certo timore, all’atto pratico queste competenze saranno importantissime. Non sostituiranno mai la parte artigianale del lavoro ma potranno creare nuovi spazi e stimoli per trasformare un’idea in un prodotto. Anche il Cad 2D, all’inizio, faceva paura a qualcuno: noi siamo sempre stati molto aperti e positivi verso le nuove frontiere tecnologiche; strumenti capaci di partecipare al miglioramento del prodotto. Sono chiavi che aprono nuovi mondi, nei quali però il sapere artigiano resta e resterà sempre centrale: se non sai fare bene il tuo mestiere tutto rimane un’astrazione. Figure come il 3D Collection Designer saranno dunque di grande importanza».

 

«Forestali da molti anni è impegnata sul tema della sostenibilità e anche per il futuro, essendo una “system house” chimica, figure di Raw Material Developer e Sustainability strategist saranno sempre più cruciali e necessarie – spiega Guido Cami, presidente e Ceo di Industrie Chimiche Forestali SpA. -. Noi siamo dei formulatori, non produciamo materie prime di base: siamo quindi sempre molto attenti a individuare fornitori che ci possano sostenere e indirizzare su strade virtuose in termini di impatto e rispetto ambientale. Una volta identificate le materie prime potenzialmente idonee, le utilizziamo in ricetta per ottenere adesivi e tessuti performanti e in linea con le richieste del mercato. Siamo certi che l’interazione con il mercato, a monte e a valle, e con l’ambiente nel quale viviamo siano argomenti importanti da sviluppare e promuovere. Pertanto anche la figura di esperto in strategia per la Sostenibilità acquisisce oggi concretezza per qualsiasi azienda».

 

«Nel contesto attuale, il Sustainability strategist è fondamentale per trasformare la sostenibilità in un pilastro centrale dell’identità aziendale – spiega Fabio Di Falco marketing e customer support manager di Legor - non solo per guidare le aziende a conformarsi alle normative sempre più stringenti ma anche per rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori. Centralizzare la sostenibilità attraverso professionisti dedicati non solo migliora l’immagine e la percezione di un marchio ma è anche una strategia vincente per aumentare la competitività in un mercato che premia le aziende capaci di innovare responsabilmente. Nel nostro settore, dove i brand sono veri e propri leader che dettano le regole del mercato e influenzano l'intera filiera, adottare un approccio responsabile è diventato imprescindibile. Un'impostazione sostenibile non è più solo desiderabile, ma essenziale per mantenere la rilevanza e la competitività nell'industria».

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