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Come sta la moda maschile?
Credits: AKAstudio-collective
Quanto vale il settore uomo nel panorama moda italiano? 11,9 miliardi di euro, ovvero il 18,5% della filiera tessile-abbigliamento italiana secondo i dati raccolti da Sistema moda Italia e diffusi in occasione di Pitti Uomo 106, in programma da oggi 11 giugno fino al 14 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze.
Una cifra in rialzo del 4,7% che deriva quasi completamente dalle esportazioni, che rappresentano bel oltre la metà del fatturato del comparto, con il mercato UE copre il 45,7% dell’export totale di settore, mentre l’extra-UE risulta il maggior “acquirente”, assorbendo il 54,3%.
I PAESI DELL’EXPORT
Nel 2023 la prima destinazione del menswear italiano è risultata la Francia (16,8%), seguita da Germania e Stati Uniti. La Cina, in crescita del 13,9%, ha raggiunto i 647 milioni di euro. Seguono poi Corea del Sud e Giappone che hanno sperimentato variazioni molto positive (rispettivamente al +18,1% e al +19,8%).
Anche Polonia (+21,2%), Russia (44%), Austria (0,7%) ed Emirati Arabi Uniti (45,3%) sono in rialzo.
LA SITUAZIONE DELL’IMPORT
Di contro, l'import ha sperimentato una contrazione del 2,3%, calato a 5,6 miliardi circa. Come nel caso delle esportazioni, il 48,2% della moda maschile in ingresso in Italia proviene dall’Europa, mentre l’extra-UE garantisce il 51,8%, nonostante abbia registrato una perdita del -13,8% rispetto all’anno precedente.
E I CONSUMATORI FINALI?
Gli acquirenti italiani mostrano un timido accenno di ripresa (+0,4%). Le catene continuano a stravincere rispetto soprattutto ai retailer indipendenti, che perdono ulteriormente terreno andando a -7,5% così come ambulanti e outlet, rispettivamente al -9,1% e -4,7% . In perdita anche l’online, che va a -4,6% dopo una ripresa nel 2021. Infine, anche ambulanti e outlet sono interessati da un trend negativo: i primi perdono il 9,1%, mentre i secondi il 4,7%.