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Tre tipologie di concia alternative a quelle al vegetale e al cromo

 

 

Concia al cromo e al vegetale: nel mezzo cosa c’è? Ecco una piccola panoramica su alcuni metodi di concia alternativi

 

La pelle conciata al cromo ha un livello di durabilità tra i più alti: questo significa che è capace di preservare nel tempo le caratteristiche chimiche e merceologiche originarie, contribuendo ad allungare il ciclo di vita del prodotto, elemento che gioca un ruolo fondamentale nel ridurre l’impatto ambientale.

 

In parallelo, va avanti lo sviluppo di nuovi concianti alternativi. Molte aziende stanno testando nuove soluzioni e portando avanti progetti di ricerca in grado di innovare, e talvolta di stupire, non solo in termini di qualità e performance del prodotto, ma anche in relazione agli aspetti di sostenibilità.

 

Ecco alcune tra le novità in ambito conciario.

 

ZEO CLEAN, la concia a base di zeolite priva di metalli pesanti

 

«Dopo due anni di sperimentazione, il nostro dipartimento di ricerca & sviluppo, ha raggiunto una concia bianca a base di zeolite che ha ottimi livelli di stabilità, con svariati vantaggi economici e ambientali», racconta lo staff di conceria Laba.

 

Che cosa è la zeolite e quali sono le sue caratteristiche?

 

La zeolite fa parte di una grande famiglia di minerali, caratterizzati da una struttura cristallina e microporosa, di origine naturale o sintetica, che sono impiegati in svariati ambiti, dall’alimentare alla zootecnica, all’agricoltura.

 

«Questo silicato complesso non necessita di alcun processo chimico artificiale per nascere, non si trasforma, quindi non decade, e non è soggetto a nessuna variazione chimica, come invece accade per il cromo».

 

Il suo utilizzo all’interno del processo conciario comporta diversi vantaggi:

 

  • Assenza di metalli pesanti
  • Riduzione del 70-80% dei solfati
  • Dimezzamento dei solfuri solfidrati​
  • Diminuzione del COD
  • Qualità affidabile e costante del materiale conciato
  • Realizzazione di finiture più brillanti e tinte più chiare
  • Abbattimento dell’utilizzo di biossido di titanio

 

Q – BIO, il processo conciario che dà vita a pellami biodegradabili al 90%

 

«Il fenomeno della biodegradazione fa parte del ciclo della vita. Il nostro sforzo si è concentrato nel tentativo di imitare e valorizzare questo processo naturale anche nei manufatti in pelle alla fine del loro periodo di utilizzo, oltre che garantire un prodotto che, nell’arco della vita commerciale, consenta un equilibrio perfetto tra performance tecniche e completa tolleranza umana», spiega Martina Baldisserotto di Conceria Quadrifoglio.

 

I test effettuati sulla pelle Q – BIO, che si avvale di un polimero riconciante, hanno evidenziato un contenuto di cromo inferiore ai 100 ppm e valori di formaldeide tendenti allo zero pur mantenendo qualità e prestazioni dei pellami lavorati con i prodotti tradizionali.

 

Quali sono i vantaggi di un pellame conciato con Q-BIO?

 

  • Biodegradabilità oltre il 90% (contro il 37% della concia wet blue e il 62% della concia al wet white)
  • Non rilascia sostanze fitotossiche e chimico-tossiche
  • Assenza di metalli pesanti
  • Impiega una minore quantità di acqua ed energia
  • Ha una maggiore resistenza allo strappo e una grande versatilità nella lavorazione
  • È un pellame completamente anallergico

 

Canapimp, la concia bio-based agli estratti di canapa

 

Canapimp è un’innovativa concia metal free realizzata con sostanze derivate dagli oli di canapa. «Questa tecnologia recupera gli scarti di lavorazioni agricole e trasforma e rende inermi i prodotti provenienti da bonifiche di terreni inquinati; alimenta quindi un processo circolare. I pellami ottenuti con Canapimp presentano le caratteristiche di una pelle conciata con cromo e altri metalli, ma allo stesso tempo sono biodegradabili e compostabili», racconta Matteo Vannucci di Nuova Impala.

 

Le caratteristiche di Canapimp:

 

  • Contenuti di Bod5/Cod: pellame conciato con Canapimp dal 60% al 75%; pellame conciato al cromo dal 10% al 15%
  • Riduzione fino al 70% di acqua nella fase Pikel
  • Totale eliminazione dell’acido solforico
  • Per ogni mq di pellame prodotto, vengono eliminati dai 350 ai 450 gr di cromo dall’indotto della conceria
  • Abbattimento totale dell’impiego dei metalli pesanti nel ciclo produttivo (cromo, alluminio, ferro, titanio, zinco)
  • Incremento della biodegradabilità degli scarti reflui e del pellame finito

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