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I talenti nella Moda non si trovano? si formano in azienda! L’esperienza del Sud Italia

 

 

Un po’ di dati

 

Il fabbisogno occupazionale della filiera Moda tra il 2024 e il 2028 potrà variare tra i 40mila e i 75mila nuovi occupati: questa la stima secondo il sistema informativo Excelsior Unioncamere-Anpal. Operai specializzati del settore tessile, moda e accessori sono tra le figure più difficili da trovare: secondo Unioncamere per il 65%. I motivi? per un 36% a causa della mancanza di candidati e per un 17% per preparazione inadeguata.

 

La difficoltà a reperire i talenti si lega a doppio filo con l’età anagrafica dei lavoratori che sta cambiando.

 

Secondo l’ISTAT, tra cinque anni in Italia la popolazione con almeno 60 anni crescerà dell’8%, mentre i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano si attesterà al 20%, quasi 1,7 milioni di ragazz*, interessando maggiormente le regioni del Sud (27,9 per cento).

 

AAA talenti della Moda cercasi

 

«Tra i profili più ricercati nel settore Moda al Sud - racconta Ciro Marciano, HRS Consultant Talent Journey di Randstad - ci sono macchinisti, addetti al banco, tintori, scarnitori e tagliatori».

Secondo Claudio Giaquinto della manifattura P&C di Arzano, a questi si aggiungono industrializzatori, prototipisti e specialisti nell’utilizzo del CAD: «I candidati devono avere doti tecniche polivalenti. Anche le soft skills come la capacità di adattarsi, la flessibilità, l’empatia e il problem solving sono imprescindibili.»

 

«Scarseggiano i profili relativi al controllo qualità e rifinizione - commenta Ornella Auzino titolare di Le mie borse, manifattura campana per conto terzi. I ragazzi spesso vorrebbero fare i modellisti, ma senza sapere niente del montaggio al banco, del taglio, della tintura o delle operazioni di cucitura. Nel prossimo futuro sarà indispensabile avere anche competenze digitali e di programmazione per la gestione di tutti quei processi che riguardano il connubio uomo-macchina».

 

Cresce il numero di Academy interne alle aziende per colmare il gap di competenze

 

Sempre di più, le aziende scelgono di organizzare internamente corsi condotti dai dipendenti storici più esperti, con l’obiettivo di formare autonomamente le giovani risorse.

Ne è esempio Cam.pel, realtà specializzata nella produzione di articoli di pelletteria di alta gamma che fino ad oggi ha organizzato 5 corsi gratuiti post diploma, in collaborazione con Randstad, a cui hanno partecipato 30 giovani: di questi 15 sono oggi assunti in azienda.

«La pelletteria è un'arte che richiede una profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche – racconta il titolare Francesco Campanile. Queste competenze si acquisiscono solo attraverso un apprendistato diretto con maestri artigiani. Abbiamo scelto di investire nei giovani per garantire lo sviluppo dell'azienda e dell'intero settore della pelletteria».

L’azienda napoletana P&C, grazie a corsi organizzati in partnership con enti del territorio, ha assunto 41 nuove risorse e formato in totale 271 profili, tra dipendenti e nuove leve. In particolare, negli ultimi 12 mesi P&C ha dato il via a tre progetti formativi: con Jobfarm per la formazione on the job per i nuovi ingressi in stage; con Beejob per percorsi formativi tecnici specifici per assunzioni in apprendistato; infine con FonARCom ha creato un piano per lo sviluppo delle competenze digitali, tecniche e di sistema relative al processo produttivo.

 

«Al Sud manca una rete formativa integrata – commenta Ornella Auzino. Qualcosa si sta muovendo tra gli ITS Moda, la SSIP e le iniziative di orientamento di Assopellettieri, ma c’è ancora troppa dispersione. Questo fa sì che si creino diverse Academy interne ai brand che formano le risorse con la propria impostazione del lavoro. A mio avviso i giovani dovrebbero imparare la pelletteria all’interno degli istituti professionali, per poi solo successivamente adattarsi ai diversi metodi e contesti delle realtà in cui andranno a lavorare.

 

E i giovani cosa sognano per il loro futuro? 

 

«La soddisfazione di vedere un oggetto prendere forma dalle mie mani è la cosa che mi appassiona di più – racconta Errico Alessia, ex studente del corso organizzato da Cam.pel. e Randstad, oggi assunto in azienda. Le sfide maggiori di questo lavoro sono gestire i tempi e le scadenze e adattarsi alle esigenze del mercato. Sto continuando a imparare, affiancato da colleghi esperti che mi sostengono. Per il futuro mi piacerebbe assumere ruoli di maggiore responsabilità e anche partecipare a progetti innovativi per contribuire all'evoluzione di questo settore così affascinante».

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