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Biagiotti: «L’ultima frontiera? Un robot antropomorfo»
Il lavoro, nel mondo della manifattura per il segmento luxury è tutt’altro che statico. Ci sono sempre nuovi obiettivi e standard ai quali adeguarsi, mantenendo sempre alti i valori della qualità e della capacità produttiva. In questo senso, la transizione all’industria 4.0 ha dato una mano a chi ha saputo cogliere il momento. Dell’importanza di essere sempre avanti in tema di tecnologie abbiamo parlato con Riccardo Biagiotti di Biagiotti Accessori, azienda di Scandicci (FI) che produce minuteria di metallo per il settore moda. «Abbiamo puntato sullo sviluppo della tecnologia sfruttando il passaggio al 4.0 – spiega -. È un percorso in cui abbiamo investito, inserendo nella catena anche un robot che automatizza i processi produzione».
Come avete gestito l’adeguamento tecnologico e quali sono i vantaggi?
«È stato un percorso in due fasi. Siamo partiti 4/5 anni fa sfruttando i primi incentivi per l’adeguamento al 4.0. Abbiamo iniziato investendo in un programma che permette di gestire sia i tempi di produzione che il magazzino, ma anche la parte relativa ai preventivi. Collegato ai macchinari, il software permette di gestire tutto il processo, dalla produzione alla consegna dei pezzi. Un paio di anni fa lo abbiamo implementato con un robot antropomorfo che sostituisce l’operatore, prelevando i pezzi e inserendoli in macchina. Ciò ci permette di continuare questa fase del lavoro in automazione anche nelle ore notturne; un vantaggio in termini di produttività».
Come vive questa fase critica per i molti addetti ai lavori?
«Si tratta di un momento particolare. Rispetto a fine 2023, il lavoro è un po’ ripartito, ma siamo ancora a livelli bassi, più o meno abbiamo la metà di commesse rispetto al 2022. Il problema è che le griffe hanno prodotto troppe merci nel 2022, su previsioni di vendita non andate a buon fine, e prima di lanciarsi in nuove produzioni aspettano di aver smaltito i prodotti a magazzino.