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La storia dell’orologio di Vuitton disegnato dall’italiana Gae Aulenti
Credit: Louis Vuitton
Durante la sfilata Louis Vuitton Autunno Inverno 2025 che ha appena sfilato a Parigi, le modelle hanno indossato al polso e al collo un orologio che sarà forse passato inosservato ai più ma che non sarà certo sfuggito all’occhio esperto dei collezionisti di segnatempo di tutto il mondo. Si tratta di una riedizione del famoso Monterey II, disegnato per la maison dall’architetta italiana Gae Aulenti negli anni Ottanta, e che all’epoca segnò una svolta per innovazione e design dell’orologeria di lusso.
Sviluppato da IWC per Louis Vuitton, il Monterey fu lanciato nel 1988 in due varianti. La prima, con la cassa in oro giallo 18k, presentava tantissime complicazioni, incluse le fasi lunari e la funzione delle ore del mondo con i fusi orari delle città. Fu prodotta in edizione limitata ed è tuttora rarissima. Il suo design era innovativo sia per la corona, posizionata sulla parte superiore della cassa, che gli valse il soprannome di “unicorno”, sia per il sistema sistema del cinturino: l’orologio infatti non presenta anse convenzionali ma un singolo cinturino che passa attraverso la cassa.
Se il design del Monterey era di per sé straordinario, è con il Monterey II che questo segnatempo segna una piccola rivoluzione nel mondo dell’orologeria, grazie alla cassa in ceramica. Negli anni Ottanta, l'impiego della ceramica nelle casse orologiere era una rarità. La scelta di un materiale come l'ossido di zirconio ha permesso di ottenere un prodotto non solo esteticamente interessante, ma anche altamente resistente e leggero. Questo approccio pionieristico ha aperto la strada all'uso di materiali non convenzionali nell'orologeria di lusso.