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Le borse di polène fatte di scarti di pelle fusale borse di polène fatte di scarti di pelle fusa

 

A prima vista potrebbero sembrare delle pietre, levigate e cucite insieme a formare un pattern delicato che compone una rete. Eppure si tratta di pelle, lavorata e trattata in modi innovativi per raggiungere consistenze e forme diverse: è la borsa Solé di Polène, marchio spagnolo che ha brevettato questa lavorazione particolare per ottimizzare il processo produttivo rendendolo più sostenibile a livello economico e ambientale.

 

Quelle che sembrano pietre infatti sono invece degli elementi decorativi che derivano dagli scarti di produzione, ovvero da quegli scampoli di pelle non abbastanza grandi o di qualità per poter essere usati nella costruzione di borse o accessori. Invece che gettarli via, gli scarti sono fusi insieme in un processo che somiglia a quello della vulcanizzazione della pelle, che permette sciogliere il pellame e poi farlo raffreddare dandogli una forma specifica, in questo caso quello dei ciottoli di sabbia levigati dal mare.

 

I sassolini che ne derivano sono poi usati come parte di un intricato pattern a rete fatto a mano con la tecnica del macramé, che conta ben 240 perle di pelle e 120 nodi per ogni borsa. 

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