News
Fendi celebra l’arte coreana del Maedeup con la sua nuova Baguette
Credit: Fendi
Per il progetto Hand-in-Hand, Fendi ha collaborato nel tempo con maestri artigiani italiani e di tutto il mondo per reinterpretare l’iconica borsa Baguette ed esaltare il valore dell’artigianato. Stavolta l’omaggio è alla Corea del Sud, con l’artista Kim Eun-young, esperta nell’arte del maedeup, una tecnica tradizionale che trasforma un singolo filo in nodi decorativi.
Ma che cos’è il maedeup? Si tratta di un’arte antica che consiste nella creazione di nodi ornamentali dotati di significato simbolico, utilizzati storicamente per abbellire accessori e decorazioni. Ne esistono circa 38 varianti tradizionali, sviluppate durante la dinastia Joseon, ognuna delle quali rappresenta elementi naturali come fiori di loto e libellule, simboli di buon auspicio e protezione. La caratteristica distintiva di questa tecnica è la simmetria del disegno, poiché ogni nodo deve essere esattamente identico da entrambi i lati.
Gli artigiani specializzati nel maedeup utilizzano diverse tipologie di corda: il “dongdahoe” per accessori più sottili, il “gwangdahoe” per cinture ampie, e il “gyeokdap” per ornamenti cerimoniali. La realizzazione di ciascun pezzo segue un meticoloso processo suddiviso in quattro fasi: la tintura del filo, solitamente in seta, la creazione della corda (dahoe), la lavorazione dei nodi (maedeup) e, infine, l’aggiunta delle nappe (sul). Originariamente, ogni fase era affidata a un artigiano diverso, mentre oggi un unico artista padroneggia l’intero processo.
Per la sua Baguette, Kim Eun-young ha scelto i nodi mangsu, una tecnica ornamentale un tempo riservata agli abiti cerimoniali della dinastia Joseon. La creazione ha richiesto l’uso di due strumenti: il telaio a cono, utilizzato per i nodi circolari e tridimensionali, e il telaio piatto, che mantiene la tensione sui nodi lineari. La palette cromatica della Baguette richiama i toni caldi di un tramonto visto dal tempio di Munsuam, a ovest di Goseong, nella provincia di Gyeongsangnam-do, evocando non solo l’arte, ma anche l’essenza della cultura coreana.